Si fa tutto senza saper far niente

Sei uno scrittore? Scrivi. Sei un attore? Recita. Sei un regista? Filma. Sei un cantante? Canta. Non sai fare un cazzo? Datti alla politica.

A meno che tu non sia un genio, s’intende. E quando dico “un genio” non mi riferisco a qualcuno di mediamente talentuoso o dotato di intelligenza anche brillante, ma a uno del calibro di Leonardo da Vinci: ché ai geni tutto si perdona. Non “spaziare”, non giocare sulle commistioni. Decidi. Prendi posizione, scegli, non puoi stare con un piede in due/tre/quattro/cinque/settantasei scarpe.

La creazione di un prodotto culturale dovrebbe essere un ingranaggio ben oliato che produce qualcosa di definito: un romanzo, un film, un brano musicale. Magari. Là fuori è pieno di ibridi mostruosi, veri e propri blob che pretendono di comprendere il Tutto ma finiscono per essere Niente: film che sono rappresentazioni teatrali (l’agghiacciante Dogville di Lars von Trier); chirurghi che fanno le star televisive, mostrandoci il meraviglioso mondo delle sale operatorie; storici che s’improvvisano direttori di giornali; cantanti da piano bar che diventano presidenti del consiglio. Nessuno si limita a quello che è capace di fare meglio, si mischiano continuamente le carte – e ogni cosa finisce col diventare un bluff. Cosa c’è di così poco dignitoso nella specializzazione? Non è più gratificante essere il migliore nel proprio campo, o quantomeno provarci, piuttosto che perdersi nella mediocrità di una non-scelta?

Questa tendenza giunge alle estreme conseguenze in letteratura: penso specialmente a quanti guardano ai generi letterari con orrore, come se la letteratura di genere fosse roba di serie B, da guardare con tenera condiscendenza e/o da leggere di straforo sotto l’ombrellone. Povero Raymond Chandler – che ha scritto solo romanzi hard-boiled. Sarà per questo che non gli è concesso di sedere nell’olimpo degli scrittori, – e che importa se Il lungo addio è un romanzo che ti prende allo stomaco per più di 300 pagine senza farti staccare e, come se non bastasse, ti dice una quantità di cose importanti sulla natura umana: è un libro di genere, limitato per questo, e l’autore è – di conseguenza – poco più di un tecnico della letteratura. Non può certo competere con quel gran capolavoro dei Promessi Sposi.

Non so fare nulla ma lo faccio davvero bene.

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4 Comments

  1. da piccolo volevo fare il muratore.
    dopo l’università pensavo che avrei finito per fare il muratore.
    prossimo alla pensione penso che sarebbe stato bello fare il muratore.
    Insomma, sono un altro specialista mancato.

    5am

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