A.A.A. adepti cercasi

Società in forte espansione ricerca collaboratori dotati di capacità di automotivazione, forte determinazione e spirito di gruppo. Per informazioni telefono xxxxxxxx; email pinco.pallino@dovevuoi.it

Annunci come questo (migliaia) sono veri e propri indicatori di come va il mondo del lavoro. Denunciano quale sia la parola d’ordine per accedervi:flessibilità. E dentro questo termine c’è tutto il dramma di chi si trova a doversi scontrare con il nuovo corso del mercato dell’occupazione, improntato, appunto, alla massima flessibilità. Alcuni esempi e relativi significati sottesi.
Flessibilità d’orario: non farai mai lo stesso turno per due giorni di seguito, fine della tua vita sociale. Flessibilità nei confronti delle mansioni svolte: ricoprirai un ruolo a metà tra il galoppino e il factotum. Flessibilità riguardo lo stipendio: non è legittimo pretendere, a parità di lavoro, la stessa retribuzione. Flessibilità di tempo e spazio: non saprai mai con certezza dove si svolgerà la tua attività e per quanto tempo ne sarai occupato.
E di conseguenza anche gli annunci di offerte di lavoro diventano flessibili, e qui (ahimè) la parola indica vaghezza. Non si capisce bene quale sia la posizione offerta, non sono indicati i requisiti necessari, né tanto meno si ha una qualche notizia dello stipendio. Dettagli. L’importante è essere dotati di capacità di automotivazione. E qui occorre una riflessione. Automotivarsi: che significa? Se io svolgo il mio lavoro nel modo più corretto, all’azienda che gliene importa se mentre attendo alle mie funzioni sono felice o impreco mentalmente? Mai assistito a “briefing” motivazionali? Io si purtroppo. Vieni psicanalizzato da un tipo in giacca morbida, rigorosamente blu d’inverno e di lino chiaro in estate, cravatta dal nodo doppio, camicia bianca aperta sul cappotto d’astrakan che gli ricopre il petto, abbronzatura d’ordinanza, accento oscillante tra il milanese e l’americano, privo di qualsiasi competenza specifica: è il formatore. Figura mitologica, metà uomo e metà portafoglio, egli crede che il denaro sia il metro di valutazione della dignità umana ed è convinto che l’azienda sia un’entità superiore da cui tutto discende e a cui tutto torna. All’azienda non si può dire di no; ogni decisione presa dall’azienda è buona e giusta; l’azienda ha diritto di vita e di morte sui suoi dipendenti. L’approccio, come si intuisce è di tipo mistico, l’organigramma aziendale è costruito secondo la gerarchia delle più esotiche dottrine pseudo-religiose, così i gruppi di lavoro costituiscono delle vere e proprie sette, con tanto di testi sacri cui fare riferimento, uno per tutti: Fish di Lundin Stephen, che racconta di una manager, incaricata di trasformare un reparto cronicamente privo di entusiasmo e demotivato in una squadra vincente, che riesce nel suo compito applicando al suo ufficio le regole che reggono il vicino mercato del pesce(!!), famoso per la gran quantità di gente che lo frequenta, l’atmosfera festosa e un servizio di alta qualità. Un capolavoro sospeso tra letteratura e filosofia.– Più produttività, meno personalità” è il mantra da ripetere durante il lavoro. Se hai un minimo di cervello da far funzionare, l’unica cosa che ti senti motivato a fare è mandare tutti a quel paese e scappare a gambe levate prima di trovarti invischiato in riti ove si consumano sacrifici umani!

Provare per credere.

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3 Comments

  1. Nella mia azienda, l’evangelizzazione Fish! è già iniziata…X fortuna non toccherà il mio reparto, ma mi trovo gli uffici pieni di pesci ritagliati, i dipendenti vanno la sera a far presentazioni (obbligati dai loro capi) del loro pensiero su Fish!, e c’è molto altro…A me sembra una setta!!Tanti sorrisi falsi per non perdere il lavoro…Che schifo!!

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