Delitto senza castigo

“Era un’idea così perfetta, così sublime, così incredibile e così eccitante per un delitto che quasi mi pareva di impazzire.”
 
Così inizia “Delitto senza castigo” un racconto di Ray Bradbury, contenuto nella bellissima raccolta Long After Midnight del 1976, reperibile oggi in edizione italiana solo su qualche (benedetta) bancarella dell’usato.
Ho ripensato a questo racconto leggendo Il talento di Mr Ripley di Patricia HighSmith. Nel romanzo infatti, Tom Ripley commette il delitto perfetto, anzi i delitti perfetti e il lettore non può fare a meno di parteggiare per lui. Accompagnato dalla scrittrice nella sua indagine dentro il mondo claustrofobico e irrazionale del suo personaggio, al lettore non interessa scoprire il colpevole (palese dall’inizio), né trepida perché i buoni giungano alla risoluzione del mistero: quello che lo tiene in  tensione è l’attesa di scoprire se e come l’assassino riuscirà a farla franca, in che modo si salverà dall’intrico di inganni, bugie e crimini dietro cui si è trincerato.
 
Mentre segue lo svolgimento della trama e assiste alla ricomposizione di un puzzle che aveva già visto scomporre, guarda ammirato Ripley prepararsi al delitto, la sua lucida follia, l’incapacità di adeguarsi alla realtà per poi agire nel profondo per modificarla, ad ogni costo. Con una prosa elegante ed affilata come una lama di coltello e con la lucida introspezione del protagonista che, nonostante la rapida successione degli eventi, emerge prepotente fino a mostrarcelo in tutto il suo spessore, la Highsmith crea un mondo narrativo in cui l’eroe è il cattivo e la risoluzione della storia pretende che il colpevole sfugga la condanna.
 
Ripley è un personaggio scomodo, sgradevole, uno di quelli che ognuno di noi si augurerebbe di non dover mai incontrare, eppure la Highsmith l’ha dotato di una tale forza narrativa da farlo diventare una delle migliori rappresentazioni dell’ambiguità della natura umana. La sua figura ha un che di catartico: affronta le paure, sfida la realtà, cede al suo istinto di conservazione fino all’estremo mors tua vita mea, uccide per evitarsi dei fastidi, per migliorare la sua posizione sociale, per avere quello che vuole o solo perché è la cosa più semplice da fare. Il suo fastidio verso gli altri, la sensazione di essere vittima di un sistema ingiusto che premia col benessere chi lo merita meno di lui, l’insofferenza verso la stupidità, sono sentimenti che tutti più o meno conosciamo, a meno di essere davvero stupidi (condizione molto diffusa peraltro), e così Tom ci rende giustizia, mostrandoci il nostro lato oscuro, quello che prende il sopravvento in quella frazione di secondo in cui vorremmo uccidere il prossimo che ci ostacola o ci rende la vita impossibile. O anche solo un po’ difficile.

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6 Comments

  1. ottima analisi di Ripley – un amorale “scadente”, senza nessuna caratteristica forte, da eroe negativo. devo dire che trovo gran parte delle storie della Highsmith gelidamente seducenti – non so trovare un’altra espressione – fino a paralizzarti e soffocarti lentamente.
    complimenti per il blog, che scopro attraverso il Filter – anche se su Carver, Wallace e Barthelme avrei da dire. Vabbe’, nessuno è perfetto (niente faccina che strizza l’occhio, ma solo perché odio le faccine)

  2. Non si può essere d’accordo su tutto, no? Altrimenti dove sarebbe il contraddittorio che alimenta le discussioni interessanti?! (Io non odio le faccine ma in tuo onore non la metto)
    La Highsmith è un vero talento letterario che ha saputo creare un mondo e ti ci tira dentro ogni volta che apri un suo libro.

  3. Per tutta la durata del libro ho tifato per Ripley, anche se commetteva efferati crimini, uccideva, ingannava… è che certe volte vorremmo essere come lui, poter passare sopra alla moralità ed al “giusto” per i nostri scopi, per la fame di vivere. E nel suo caso, di essere amato e benvoluto.
    Ho cercato invano gli altri libri della serie (dovrebbero essere 3 o 4 addirittura) ma mi dicono in ristampa ed introvabili.
    Peccato.
    Chissà se alla fine lo beccano…

  4. Un saluto da Cyrano, che ignorante, segue avido le vostre discussioni. E prima di lasciare la stanza, si inchina e ringrazia. A presto. Stai bene. Cyrano.

  5. – phoebe:
    I libri che hanno per protagonista Tom Ripley sono 3 oltre il”Il talento”: “L’amico americano”, “Il ragazzo di Tom Ripley”, “Ripley sott’acqua” tutti pubblicati da Bompiani e a quanto ne so, avendoli tutti ad eccezione del secondo sono tutt’ora in catalogo.

    – cyrano:
    stai bene anche tu e grazie!

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