Prefazioni

PREFAZIONI

La prefazione di un libro e’ quella cosa che gli autori scrivono dopo, gli editori stampano prima ed i lettori non leggono ne’ prima ne’ dopo.

Nel 1998 la Edimar stampa l’edizione italiana del secondo romanzo di Chuck Palahniuk*: Fight Club, con la prefazione di Fernanda Pivano. Nel 2003 la Mondadori ne acquista i diritti e lo ripubblica nella collana Strade blu. Sfogliando le pagine del romanzo pero’, non troverete il breve saggio della Pivano all’inizio bensi’ alla fine, riciclato in una postfazione. La Pivano infatti – forse per eccesso di entusiasmo – svelava nella sua prefazione dettagli e retroscena del romanzo di Palahniuk, come se il prefatore di un giallo svelasse al’inizio del libro chi è l’assassino, tanto per dirne una.
Solitamente io tralascio le prefazioni fino al termine della lettura del libro per conservare lo stupore e non farmene influenzare, ma ammetto che a volte non le leggo nemmeno alla fine non fidandomi molto del buon senso degli altri. Tuttavia ci sono prefazioni che da sole valgono il prezzo del libro perche’ hanno un valore letterario intrinseco ed indipendente dal libro che introducono. Penso alla prefaazione di
Alessandro Baricco per la nuova edizione Einaudi di Chiedi alla polvere di Jhon Fante, o al suo saggio su Cuore di Tenebra di Joseph Conrad edito dalla Feltrinelli. E penso anche alla prefazione di Sandro Veronesi al romanzo Un anno terribile (ancora) di Fante pubblicato da Fazi editore. Sono degli autentici pezzi letterari, brevi racconti sulla letteratura, sugli scrittori, sulla narrazione.
Baricco e’ bravo. Molto. Ogni volta che parla di letteratura e sulla letteratura. E’ un fine affabulatore, un divulgatore, ha la profonda sapienza di un amante esperto che descrive la sua amata: ne parla e te la fa vedere, te la fa sentire, te la fa amare a tua volta. Ti presenta la storia da un punto di vista singolare. Come un abile fotografo che riesce a cogliere immagini di cui nessuno si accorge, crea a sua volta parlando di un libro già scritto. A proposito se vi capita leggete il suo saggio sul Dracula di Bram Stocker**, vi sembrera’ di non averlo mai letto prima.
Veronesi invece dalle pagine precedenti Un anno terribile ci parla del suo Jhon Fante. La sua e’ una dichiarazione d’amore allo scrittore italoamericano. Ma non solo. E’ anche un’acuta ed appassionata critica letteraria sulla poetica fantiana della quale individua l’elemento fondante: gli ormoni. , e’ un continuo fluire di ormoni la sostanza che
. Veronesi cosi’ non ci racconta la storia del libro ma ci dice che sara’ una storia ”fisica”, che dento ci troveremo il sangue, le lacrime, il sudore e quindi il sesso, la gioia, il dolore, l’amore; ci dice che questa storia continuera’ a girare nella nostra mente anche dopo aver riposto il libro, perche’ e’ fatta di ormoni, di materia organica. E’ viva appunto.
Potete leggerle prima, queste prefazioni, potete leggerle dopo, magari anche durante, ma leggetele: sono una storia nella storia.

* Il suo primo romanzo e’ Invisble monsters, ma le case editrici lo respinsero per il suo contenuto troppo forte e d’impatto.
** Il saggio sara’ inserito in un’opera Einaudi sul “romanzo”. Potete leggerlo sul numero 5 della rivista Origine, o scaricarlo da qui.

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2 Comments

  1. Trovo Baricco insulso, come le sue opere, e disgustoso quando cerca di monetizzare i sogni dei suoi emuli meno fortunati (“Scuola Holden”). Pero’ magari e’ solo invidia, la mia. Comunque, meglio stare alla larga da modaioli come quello.

  2. Al di là di quello che si può pensare di lui, Baricco conosce la letteratura, e pochi sanno parlarne come ne parla lui. In qualità di scrittore lo trovo poco originale, Selby e Salinger riecheggiano in ogni sua frase, però ritengo Seta un vero capolavoro.

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